La Voce - 26-10-2005
Questa settimana la riforma Moratti sullo stato giuridico va in approvazione definitiva alla camera, probabilmente ricorrendo nuovamente allo strumento della fiducia. Da più parti sono stati sollevati dubbi sull'efficacia reale di questa riforma, che potrebbe essere sostanzialmente inapplicabile. Tra i tanti nodi che restano irrisolti vi è quello dell'autonomia effettiva delle università nel reclutamento del personale docente, oltre che quello di assicurare meccanismi di selezione maggiormente meritocratici.
I problemi di funzionamento dell'università non sono solo legati all'organizzazione interna, ma anche al reclutamento e alla produttività dei docenti, specialmente in un contesto in cui il divario territoriale si riflette anche sulle competenze acquisite dagli studenti o di transizioni sempre più incerte in mercati del lavoro segmentati. La valutazione della ricerca è il tema chiave, ma anche un punto debole di una riforma che sembra poco utile.
I problemi di funzionamento dell'università non sono solo legati all'organizzazione interna, ma anche al reclutamento e alla produttività dei docenti, specialmente in un contesto in cui il divario territoriale si riflette anche sulle competenze acquisite dagli studenti o di transizioni sempre più incerte in mercati del lavoro segmentati. La valutazione della ricerca è il tema chiave, ma anche un punto debole di una riforma che sembra poco utile.
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